Uomo politico piemontese. Dopo aver partecipato a diverse
campagne militari, si dedicò alla carriera politica entrando come
gentiluomo di camera al servizio del cardinale Maurizio di Savoia; conquistatasi
la fiducia della reggente Cristina di Francia, ne divenne l'amante e il
confidente politico, riuscendo a svolgere una funzione determinante alla guida
politica del Ducato di Savoia. La sua linea di indipendenza dalla Francia e di
appoggio alla Spagna ne provocò l'arresto da parte delle truppe del
cardinale Richelieu nel dicembre del 1640, dopo la riconquista francese di
Torino; rinchiuso prima nel forte di Pinerolo e poi in quello di Vincennes,
A. non riebbe la libertà, a dispetto delle proteste di Madama
Cristina. Morto Richelieu nel 1642, rientrò a Torino, fu nominato
capitano delle guardie e poi intendente alle Finanze dal nuovo duca Carlo
Emanuele. L'intensa attività politica non gli impedì di occuparsi
d'arte: scrisse poesie e compose musiche e coreografie di numerosi balletti (tra
cui il
Ballet des Montagnards, rappresentato nel 1631 a Parigi) (Torino
1604-1667).